JUST TRANSITION FUND, FITTO: deve ancora iniziare iter provvedimento, in puglia si assegnano siti e risorse
Il co-presidente di ECR-FRATELLI D’ITALIA e relatore del provvedimento per il gruppo europeo, Raffaele Fitto, fa chiarezza
“Il dibattito che si è aperto nelle ultime ore sulle eventuali opportunità derivanti dal Programma Europeo JTF- Just Transition Fund (che è bene ribadire è il primo provvedimento del Green New Deal) rischia di creare molta confusione, soprattutto in Puglia, sia sui ‘presunti’ risultati raggiunti, che sulle possibili opportunità di finanziamento. Sostenere che non si perderanno fondi o che ne arriveranno chissà quanti e in quali siti, specie quando ancora non c’è nulla di ufficiale se non dichiarazioni generiche, è molto pericoloso.
“Mettiamo un po’ di ordine visto che la proposta (che tale è in questo momento) della Commissione Europea non è stata ancora votata dal Parlamento Europeo e tantomeno adottata dal Consiglio Europeo. E veniamo ai fatti quelli incontrovertibili ad oggi: dei 7,5 miliardi di euro (dei quali 900milioni di euro versati dall’Italia) previsti nel JTF, all’Italia sono stati assegnati solo 364 milioni di euro ovvero il 4,85% dell’ammontare, 1/3 di quanto abbiamo versato! Nel frattempo la Commissione Europea solo con una dichiarazione stampa ha parlato, per l’Italia, di due possibili interventi a Taranto e nel Sulcis.
“Intanto martedì prossimo, 12 maggio, in commissione Regi a Bruxelles inizia la discussione sul provvedimento, del quale sono tra i relatori, ed il 20 maggio scade il temine per gli emendamenti. Sarebbe molto più utile, anziché dare per acquisiti finanziamenti ed interventi, concentrarsi sul dibattito e sugli emendamenti per provare a cambiare il provvedimento in alcuni punti fondamentali. Cambiare i criteri per aumentare la quota di riparto, ad oggi, fortemente penalizzante per l’Italia. Capire come assicurare i finanziamenti per Taranto e l’ex ILVA che potrebbero essere a rischio, vista l’esclusione (Art. 5) di utilizzo delle risorse del JTF a favore di imprese in difficoltà perché non devono configurarsi come aiuti di Stato. Modificare i criteri di individuazione degli interventi per poter far rientrare alcune aree, come Brindisi, oggi escluse. Auspico una collaborazione in tal senso con tutti i colleghi parlamentari europei italiani ed in particolare con i pugliesi”.
8 maggio 2020