Politica

SUGAR TAX? UNA GRAN…CASSATA

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I mirabolanti cervellini dei grillini si sono rimessi in moto e in queste ore hanno tirato fuori una nuova ipotesi di tassazione davvero brillante dopo essere stati sommersi dai fischi e dai pernacchi per la ventilata tassa sulle merendine e le bevande gassate. La nuova geniale idea governativa (della serie: tassa tu che tass’anch’io) è quella di una nuova tassa sulle bevande zuccherate. Di Maio docet. Mica per succhiare più sangue ai cittadini: giammai! bensì per proteggere la nostra salute. Per inciso: siccome chi ci governa odia la lingua italiana e pensa di supplire alle proprie carenze culturali fingendo di conoscere l’inglese, la nuova ipotetica tassa si chiama già sugar tax, ovvero tassa sullo zucchero.

A questo punto, mi sento di dare anch’io un contributo d’idee al governo. Per salvare la nostra salute, consiglio di istituire una tassa sulle carni rosse, notoriamente pericolose (red-meat tax); aumentare (perché già c’è) la tassa sugli alcolici  vino e birra; se “sugar tax” dev’essere, allora tassiamo le pericolosissime e iperglicemiche   cassate siciliane e pastiere napoletane; gli indigesti peperoni; il lardo di colonnata che intasa le arterie; i terribili fagioli che provocano grandi quantità di gas che, una volta espulsi,  aumentano il CO2 nell’atmosfera provocando il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici.  E, per favore, triplichiamo le già enormi tasse su tabacchi e gioco d’azzardo (sì, d’azzardo) che fanno malissimo alla salute e rovinano le famiglie, ma sui quali lo Stato italiano ha orgogliosamente il monopolio e non permette a nessuno di intromettersi nel “businìsse”.

ITALIA SEMPRE PIU’ SENZA STORIA

Ritengo vergognosa la decisione  dei vertici del calcio italiano che hanno deciso di far giocare la Nazionale con una assurda maglia verde al posto di quella azzurra. La maglia verde una volta riguardava il Gran Premio di Montagna del Giro d’Italia  ( dal 2012 diventata azzurra). Il colore dell’Italia è l’azzurro perché questo è il colore di Casa Savoia sin dal 14. Secolo. Quella Casa Savoia che realizzò il sogno di una Italia unita trasformandola da semplice espressione geografica  – come la definì il ministro austriaco Metternich – nel grande Paese al quale ci onoriamo di appartenere. Una  unità – mi permetto di ricordare – che costò migliaia di vite di patrioti. E azzurra – per lo stesso motivo – è la fascia che indossano gli ufficiali di ogni Arma nelle cerimonie. Si può argomentare storicamente in mille modi l’operato dei vari regnanti ma oggi è più facile  buttare lì una frase fatta letta su facebook che approfondire (con libri su libri) i contesti storici. Insomma, se il “sogno green” di Conte e del suo governo era di mettere una maglia verde marcio ai calciatori, ora aspettiamoci che si sostituisca  l’Inno di Mameli con qualche tarantella.

UN POVERO ITALIANO QUALUNQUE

Ebbene sì, lo confesso. Non sono donna, non sono gay, non sono immigrato, non sono di colore, non sono comunista, non sono islamico, non sono vegano. Voglio dire che non appartengo a nessuna categoria protetta e posso essere insultato impunemente da chiunque. Non sono neanche un sedicenne svedese, né un capitano di nave Ong, per cui non sarò invitato a parlare né all’Onu né al Parlamento europeo. Non sono rom per cui dubito che il Santo Padre possa invitarmi una domenica in Vaticano. Non sono propriamente povero per cui non posso sperare in una sia pur minima riduzione delle tasse; ma poiché la mia auto diesel  d’inizio millennio va ancora bene e non intendo cambiarla, il governo mi punirà aumentando il gasolio e il bollo. Non sono nullafacente per cui non posso meritarmi il reddito di cittadinanza. Non delinquo per cui non posso godere dei mille benefici di legge previsti per assassini, rapinatori, corruttori e stupratori.

Sono solo un italiano qualunque che non si arrende.

Antonio Biella