Politica

SENZA PATRIA SEMPRE IN SERVIZIO(DA MARGINALMENTE)

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L’esercizio della tolleranza ormai è diventato un lavorio senza sosta vista la grande quantità e tipologia dei soggetti intolleranti che ci sono in giro. Ma quando è troppo è troppo.  Nell’era dell’egocentrismo e dell’asocialità – nonostante l’eccessivo uso di cosiddetti “social” – in troppi si rifugiano nello specchio dei propri privatissimi interessi. E’ così che nelle cronache provinciali ed esattamente da Massafra, popoloso paese in provincia di Taranto, un oscuro personaggio conquista la ribalta della cronaca in virtù di due fattori quantomeno discutibili. Il primo fattore è l’appartenenza del tizio (che non nomino per evitare che le penne si gonfino più di come sono) a un’associazione ingiustamente denominata “Laicitalia”. Dico ingiustamente perché il termine “laico” significa semplicemente non chierico o aconfessionale, ma non vuol dire nemico della religione, che si traduce in “laicista”. Di questa associazione, addirittura, il nostro massafrese tiene a far sapere di essere “componente del direttivo nazionale” (e qui ci sta bene un decurtisiano: “Alla faccia del caciocavallo!”). Il secondo fattore è che l’innominato ha sporto denuncia nientepopodimenocchè alla Procura della Repubblica e al locale Comando di Polizia municipale contro…due campanili della bella cittadina ionica.

Già, a dare fastidio all’intollerante massafrese sono i campanili del Duomo, intitolato a San Lorenzo, e alla vicina chiesa del Carmine. Secondo l’innominato scampanerebbero a tutte le ore del giorno (quello è da sempre il loro lavoro) e a gran volume (se no che scampanano a fare?) “Provocando risveglio anticipato, mal sopportato da persone anziane o sofferenti, con pregiudizio, in generale, per il benefico riposo dei cittadini”. Questo “benemerito” portavoce dell’umanità massafrese forse non si rende conto di alcuni particolari: che le persone anziane sono le più abituate a regolarsi con lo scandire delle ore delle campane; e che le persone sofferenti forse colgono quel suono come invito a una dolce preghiera. Inutile ricordare che sono stati versati i classici fiumi d’inchiostro in poesie e racconti sulle campane, voce che richiama al divino e simbolo d’appartenenza alla propria terra; e che nel vocabolario della lingua italiana esiste il termine “campanilismo” per esprimere proprio il secondo concetto. Occorre davvero essere dotati di molto cinismo per denunciare il proprio campanile. Ma questi sono i senzaterra e i senzastoria nell’era dei vuoti social.

 

REGIONE PUGLIA: FONDI…AL BUIO

Il Centro di Cultura “Renoir”, presieduto dal cav. Cosimo Lardiello senior, ha diffuso nei giorni una nota circa l’assegnazione di fondi, da parte della Regione Puglia, per progetti riguardanti spettacoli dal vivo e residenze artistiche.

A una prima lettura, appaiono almeno un paio di questioni molto discutibili. La prima è la ripartizione dei fondi. Su sette milioni e 309mila euro, infatti, ben quattro milioni e 213mila euro sono andati a Bari e provincia escluso il Petruzzelli che ha fondi a parte; un milione e 597mila euro a Foggia e provincia; un milione e 264mila euro a Lecce e provincia; e appena 234mila euro (meno del 3 per cento) a Taranto e provincia per un progetto di quell’importo a Laterza. Quindi, apparentemente, una disparità enorme di trattamento.

Non sono stati bravi i tarantini e i brindisini rimasti a bocca asciutta? Qui Lardiello solleva un nuovo problema. L’assegnazione dei fondi è avvenuta in data 21 dicembre 2017 e la pubblicazione porta la data del 3 gennaio 2018. Come si faceva ad organizzare un evento (al buio) nell’anno 2017 senza sapere se e quando la Regione avrebbe finanziato il progetto? Forse assumendo una zingara palla di vetro munita?!

 

LA BANALITA’ DEL…BENE

Titolo d’apertura della prima pagina de l’Avvenire di metà settimana: “No alle notizie false che corrompono. Serve un giornalismo di pace e di verità”. Le parole, secondo il quotidiano dei vescovi italiani, sarebbero state pronunciate da Sua Santità Papa Francesco in occasione della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali.

Penso che, a voler a tutti i costi rispettare ogni giorno una giornata mondiale, si finisca nello scadere nel banale. Avrei proprio voluto vedere un Papa che dicesse: “Evviva le notizie false!” Oppure che “Serve un giornalismo di guerra e di menzogna”. Quelle parole “politicamente corrette” di Sua Santità, francamente, mi hanno fatto meno effetto di quelle del mio parroco quando, invece delle famigerate “fake news”, parla ancora della “buona novella” portata da Cristo nel mondo; e della “verità” del brano “Io sono la Verità…”.

Dopo il famoso libro “La banalità del male” di Hannah Arendt, rischiamo di scrivere “La banalità…del bene”.

 

CATTOLICI: SERVONO GUERRIERI

Jim Caviezel, l’attore che ha interpretato Gesù nel celeberrimo film The Passion, di Mel Gibson, ha detto parole forti agli studenti cattolici di università americane riuniti a Chicago. Parole che – forse – non sentiremmo neanche da un prete. La notizia è stata riportata dal blog messainlatino.it.

“Il più grande peccato del secolo scorso – ha detto Caviezel citando San Massimiliano Kolbe (il francescano polacco ucciso ad Auschwitz) – è stato l’indifferenza, e lo è ancora in questo secolo. Quest’indifferenza, questa tolleranza devastante del male, dobbiamo scrollarcela di dosso. Ma solo la nostra fede e la sapienza di Cristo possono salvarci. Tuttavia, c’è bisogno di guerrieri pronti a mettere a repentaglio la propria reputazione, il proprio nome, persino le nostre stesse vite per difendere la verità. Distinguetevi da questa generazione corrotta – ha concluso l’attore – Siate santi. Non siete stati creati per conformarvi. Siete nati per distinguervi ed emergere”.

Già, trovare guerrieri per la fede. Se non disposti a mettere a repentaglio la vita, almeno il nome. Ma forse una parte della Chiesa stessa ha smesso di dire le parole che dice un attore rimasto segnato da ruolo forte di quel Gesù di Gibson.

Antonio Biella