Call center. Marchese (Usb): “Manifestiamo per difendere i diritti dei lavoratori dalle spregiudicate logiche del profitto”
Un abbattimento di circa il 15 % del costo del lavoro ed il taglio di tutele importanti per i lavoratori come un graduale passaggio verso il non riconoscimento della malattia nei primi tre giorni, il controllo a distanza individuale, ma anche l’ abbattimento di circa il 50 % delle ore di permesso. Non da poco inoltre lo smantellamento della clausola sociale in caso di cambio d’appalto, ad opera del contratto pirata. Significa che in ogni ipotesi di cambio d’appalto, non sarebbe più garantito il riassorbimento da parte dell’appaltatore subentrante, determinando un attuale rischio di emorragia di posti di lavoro in un breve lasso di tempo.
Altro aspetto rilevante del nuovo contratto la possibilità data alla sola organizzazione sindacale firmataria del nuovo ccnl, indipendentemente dalla reale rappresentanza, di nominare rappresentanti sindacali.
Praticamente si tratterà di lavorare le stesse ore con retribuzione e tutele minori. Questo accadrà se Network Contact e Covisian continueranno a proseguire sulla strada intrapresa, che porterà a mettere da parte il contratto collettivo nazionale di settore per fare spazio ad un contratto pirata che a sua volta permetterà alle aziende di fare profitto sulla pelle dei lavoratori. Le rimostranze fatte attraverso la mobilitazione, che continuerà, iniziano a dare i primi frutti, dal momento che il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha annunciato che entro febbraio si terrà il tavolo interministeriale per trovare una soluzione alla vertenza dei call center. Usb manterrà certamente alta l’attenzione su tutta la vertenza degli appalti.
La manifestazione di oggi è iniziata intorno alle 9.00 a Palazzo di Città. Il corteo dei lavoratori ha attraversato il Ponte Girevole per raggiungere Palazzo del Governo, dove una delegazione dell’Usb con Francesco Marchese in testa è stata convocata dal Prefetto.
Francesco Marchese, Usb Lavoro Privato: “Non accetteremo mai la logica del padrone che intende fare cassa deprezzando il lavoro, quindi le persone. Attendiamo che si apra un confronto serio su tutto il mondo degli appalti. Al Viceprefetto che ci ha ricevuti, abbiamo ribadito l’esigenza di fare pressing sui Ministeri delle Imprese e del Made in Italy, e del Lavoro, perché alle parole si dia seguito con i fatti aprendo sin da subito al dialogo costruttivo mirato a tutelare la forza lavoro che opera negli appalti, puntualmente esposta a dinamiche altalenanti e incontrollabili. La dottoressa Ruocco ha garantito che stilerà un elenco di priorità in base a ciò che le abbiamo rappresentato, e che si farà portavoce dei lavoratori presso i ministeri competenti”.