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Ex Ilva-IAIA (FdI): Conte abolì lo scudo penale, regalò l’azienda senza vincoli e quello fu l’inizio della catastrofe.

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Ora, impartiscono lezioni, dovrebbero solo chiedere scusa

I veri responsabili dell’attuale catastrofe ex Ilva, così come i lavoratori ed i tarantini sanno bene, oltre alla sinistra ed al Pd sono il M5S ed il senatore Mario Turco in particolare, i quali pur di raccattare qualche voto,  hanno prima giocato una partita contro lo stabilimento siderurgico proponendone la chiusura e raccogliendo così consensi nelle elezioni politiche del 2018, per poi nel 2019 cancellare lo scudo penale.

Si è fatta venire meno in quel momento, una garanzia prevista negli accordi stipulati con il socio privato salvo poi, con le pive nel sacco, concludere dei patti para sociali assolutamente capestro per lo Stato, liberando anche Mittal dall’obbligo di riassunzione dei 1700 lavoratori di Ilva in As e condannandoli all’oblio ed infine, costringendo alla non bancabilità Acciaierie d’Italia, così come chiarito dallo stesso Presidente Bernabè.

Il finto ambientalismo piegato agli interessi elettorali e la guerra contro la siderurgia tarantina hanno prodotto il disastro al quale il governo Meloni sta cercando di porre rimedio, con tutte le difficoltà conseguenti alle scelte scellerate assunte in questi anni. Ha perfettamente inquadrato la questione lo stesso Carlo Calenda che, poco fa, ha rimarcato come  il Governo Meloni non abbia alcuna responsabilità sulla crisi di ex-Ilva ma la colpa sia tutta dell’abolizione scudo penale, voluta appunto da Conte per sostenere i compagni di partito bocciati alle elezioni europee. 

Sono stati loro a regalare senza regole e vincoli la nostra acciaieria nazionale al socio indiano e sono stati loro i primi creduloni o peggio ancora, consapevoli e corresponsabili del fatto che mai avrebbe adempiuto alle promesse di acciaio green. Eppure, coloro che quattro anni fa votarono per l’abolizione dello scudo penale hanno ancora il coraggio di parlare e addirittura d’impartire lezioni a chi, oggi, si trova a dover gestire con grandissima difficoltà e prevedibile pressione socio economica questa situazione.

”Dovrebbero solo chiedere scusa a Taranto e all’Italia”.

Così on.Dario Iaia, Segretario Commissione Parlamentare Ecomafie/ Coordinatore Provinciale FdI Taranto”