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Agricoltura, PerrinI (FdI): Pentassuglia dica cosa vuole fare della diga Pappadai

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Prima che inizi la stagione invernale è urgente fare il punto della situazione sull’invaso Pappadai in località Monteparano, la cui gestione della diga è in capo al Consorzio speciale per la bonifica di Arneo, dal 2011 commissariato dalla Regione Puglia, mentre l’invaso è affidato all’Ente Sviluppo Irrigazione e Trasformazione Fondiaria Puglia Lucania ed Irpinia (E.I.P.L.I.).

L’invaso costituisce una tra le più grandi opere idrauliche in Puglia, a fronte di una spesa che ammonterebbe a oltre 250 milioni di euro, a far data dal 1984, quando iniziarono i lavori di quello che doveva diventare un sistema per l’irrigazione di un vasto territorio lungo l’arco ionico-salentino.

La diga dell’invaso Pappadai avrebbe dovuto contenere 20 milioni di metri cubi d’acqua che, attraverso un impianto di tubature, avrebbero dovuto portare acqua in circa 7.200 ettari di campagne.

Dal 26 febbraio scorso, sono riprese le operazioni di invasamento ed entro 6 mesi l’adduzione idrica da parte di EIPLI il collaudo tecnico ammnistrativo della diga potrà avere il suo atto finale. Tre mesi dopo il gestore della diga ha richiesto alle Amministrazioni competenti l’autorizzazione al prosieguo della fornitura idrica, senza soluzione di continuità, per raggiungere il livello massimo di regolazione pari a 108 metri sul livello del mare.

L’on. Dario Iaia nel giugno scorso presentò un’interrogazione alla Camera e nel proseguo la Regione Puglia ha destinato sei milioni di euro dai fondi POC (Programma Operativo Complementare) per il completamento della diga di cui si aggiungono due milioni del Ministero dell’Agricoltura.

Per tale ragione ho presentato un’interrogazione all’Assessore all’Agricoltura Pentassuglia per conoscere quali iniziative sono programmate o previste per mettere in funzione ed avviare la Diga e quali misure ed entro quali tempi, intendano adottare per provvedere ad interventi risolutivi al fine di scongiurare il rischio di utilizzare infrastrutture obsolescenti che nel tempo potrebbero rivelarsi dannose per l’uomo, la natura e l’ambiente.