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Kyma Ambiente. Rizzo (Usb): “È stato un regolamento di conti

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Riceviamo e pubblichiamo:

Mandato via chi reclamava lo stipendio! Si dimetta Mancarelli”

Inaccettabile, oltre che fasullo, il criterio adoperato per scegliere i lavoratori ai quali rinnovare il contratto tra quelli reclutati da Kyma Ambiente attraverso l’agenzia interinale Tempor, e assunti a tempo determinato.

Dei 90 lavoratori residuali, il consiglio di amministrazione della partecipata decide di dare a una cinquantina di unità la possibilità di proseguire nel lavoro iniziato durante la critica fase dell’emergenza sanitaria del Covid.

Il punto è il seguente: il presidente afferma di aver applicato nella scelta il criterio della presenza, escludendo gli assenteisti, ma la verità è un altra, è stato un vero e proprio regolamento di conti in quanto ha eliminato tutti coloro che hanno osato reclamare il diritto allo stipendio che tardava ad arrivare.

Infatti quello che appare, anche in maniera piuttosto evidente, è che la lista dei nomi è stata fatta in maniera chiaramente  arbitraria e discriminatoria, in quanto tra le assenze sono stati conteggiati finanche i congedi parentali e le malattie gravi.

Mi preme giusto richiamare qualche esempio: si sono ritrovati fuori lavoratori che hanno usufruito del congedo per la nascita di un figlio (obbligatorio per legge) o chi è stato assente per malattia a causa di un ictus avuto durante il servizio o ancora chi ha contratto il Covid durante la raccolta dei rifiuti. Ragazzi con appena 7 giorni di assenza in 16 mesi di contratto e un monte ore ferie accumulato di migliaia di ore complessive.

È arrogante e gravissimo quello che è accaduto.

Il presidente Mancarelli farebbe bene ad assumersi le proprie responsabilità e a dare immediatamente le dimissioni, cosa che una persona seria avrebbe fatto da tempo.

A lui e ai suoi fiancheggiatori diciamo chiaramente che non si può pensare di usare persone quando il loro lavoro è indispensabile per l’emergenza Covid e probabilmente anche per altro, per poi a proprio piacimento mandarle a casa nel momento in cui chiedono, come qualsiasi essere umano, di poter continuare a lavorare, percependo lo stipendio.

Tutto ciò è vergognoso, l’amministrazione comunale di Taranto prenda posizione o sarà complice dell’ennesimo scempio a danno di lavoratori disperati.
Il sindaco Melucci ha preso con noi degli impegni, gli chiediamo che questi vengano mantenuti.

Franco Rizzo Esecutivo Confederale Usb