La Polizia di Stato nell’attività di contrasto all’immigrazione clandestina
Continua l’attività della Polizia di Stato in occasione dell’arrivo nel porto di Taranto delle navi ONG con a bordo migranti soccorsi nel mar Mediterraneo, come nella giornata di ieri con l’arrivo della nave “Geo Barents”.
Alla predisposizione degli adeguati servizi di ordine pubblico e di identificazione dei migranti, si affianca la meticolosa attività di polizia giudiziaria da parte della Squadra Mobile con l’individuazione dei presunti scafisti.
I poliziotti, con il consolidato modus operandi, fatto di paziente ascolto dei migranti arrivati nel porto jonico, e dell’attenta analisi di filmati e delle foto che hanno immortalato le fasi delle operazioni di salvataggio, sono riusciti a raccogliere importanti elementi idonei ad individuare chi era al timone delle barche partite dalle coste libiche.
Il 14 luglio scorso, con l’arrivo della “Geo Barents” nel porto jonico, gli agenti hanno individuato un cittadino siriano di 27 anni ed un suo presunto complice, di nazionalità camerunense appena sedicenne che, fornito di sistema GPS, lo supportava nella navigazione. Al termine delle indagini, in pieno raccordo con la Procura Ordinaria presso il Tribunale di Taranto e con la Procura presso il Tribunale dei Minorenni di Taranto, i due cittadini sono stati sottoposti al fermo di indiziato perché presunti responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Il siriano è stato accompagnato presso la casa Circondariale di Taranto, mentre il minore camerunense è stato associato presso il centro di Prima Accoglienza per minori di Lecce.
Il 22 agosto scorso, in occasione dell’arrivo di un’altra nave, gli investigatori hanno raccolto elementi per individuare, in tre cittadini bielorussi, i presunti scafisti di un gommone soccorso in acque internazionali con a bordo circa 100 migranti in gran parte di nazionalità afgana e pakistana.
Ai tre soggetti ritenuti presunti responsabili di favoreggiamento all’immigrazione clandestina e traffico di essere umani la misura cautelare in carcere disposta dal G.I.P. presso il Tribunale di Taranto, che ha condiviso le risultanze della Procura della Repubblica di Taranto, è stata notificata presso la Casa Circondariale di Siracusa dove sono attualmente ristretti per altri reati.
Il 10 settembre scorso, infine, con l’arrivo della nave ONG “Humanity” nel porto tarantino, il personale della Squadra Mobile, attraverso il paziente ascolto dei tanti migranti, hanno raccolto elementi utili a ritenere che un 36enne di nazionalità gambiana possa ritenersi il presunto scafista di una piccola imbarcazione con a bordo 25 persone salpata dalle coste libiche, poi sottoposto a fermo di polizia giudiziaria.