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Politica

Puglia. IAIA ( FdI): in Puglia la gestione regionale dei rifiuti è lontana anni luce dalla tutela dell’ambiente

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Ho presentato nei giorni scorsi un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin perché la politica regionale di gestione dei rifiuti in Puglia risulta incomprensibile e inaccettabile.

Il piano regionale di gestione rifiuti urbani della Regione Puglia è stato infatti modificato l’11 febbraio 2025 dalla Giunta regionale ed è bene precisare che quello originario, nonostante la sua perfettibilità, prevedeva almeno l’apertura di nuovi impianti nelle città di Brindisi, Trani, Conversano, Cerignola, Deliceto. Impianti mai avviati.

Ma ora la  Giunta, modificando il piano, ha rigettato soluzioni strutturali, preferendo la messa in esercizio del solo impianto di Corigliano d’Otranto e modificando gli assetti impiantistici con aumento delle volumetrie delle discariche già esistenti a Burgesi d’Ugento, Deliceto, Manduria. Si prevedono perciò  nuovi conferimenti in questi siti per centinaia di migliaia di metri cubi di rifiuti.

Un provvedimento che ha naturalmente prodotto un’ondata di proteste in tutta la Puglia, dal Salento fino a Bari. Il versante orientale della provincia di Taranto ha già ampiamente pagato in termini ambientali ed è inconcepibile che ancora su Manduria debba gravare l’incapacità politica e gestionale della regione Puglia.  Nella V Commissione consiliare regionale, si sono svolte audizioni sull’argomento. Tra gli auditi l’assessora all’ambiente Triggiani, che ha confermato la volontà politica di non aprire i nuovi impianti necessari, preferendo sovraccaricare quelli già esistenti, causando danni ambientali e, potenzialmente, anche alla salute, delle popolazioni residenti nelle prossimità delle discariche citate.

Al contempo, i  commissari hanno chiesto, senza esito, il ritiro della delibera con la quale la Giunta regionale ha deciso l’ampliamento delle discariche. Si segnalano in particolare quelle di Burgesi d’Ugento e di Corigliano d’Otranto, distanti tra loro solo di trenta chilometri, posti entrambi in pericolosa vicinanza alla falda acquifera da cui proviene l’80% dell’acqua consumata nella provincia di Lecce.

Lo stesso impianto di Burgesi d’Ugento, in attività per quasi trent’anni, è stato chiuso per saturazione a fine 2021 dopo aver accolto il doppio dei volumi di rifiuti per cui era stato progettato. La Giunta ha invece deciso dovrebbe riaprire per far posto ad altri centonovantamila metri cubi di spazzatura. Corigliano d’Otranto, mai entrato in attività perché potenzialmente pericoloso, dovrebbe aprire nonostante i rischi per l’ambiente e la salute certificati dal Cnr.

A questo punto, si segnala l’angoscia dei cittadini, non solo esausti dal rischio di ritrovarsi con la spazzatura per strada perché gli impianti pubblici previsti non sono stati ancora realizzati, ma anche beffati e umiliati dall’offerta fattagli di sconti sulla Tari a compensazione dei disagi patiti dai territori che ospitano le discariche. Bene hanno fatto i sindaci intervenuti in Commissione a rifiutare questo baratto che appare vergognoso. Possibile che non ci siano altre soluzioni? Eppure numerosi consiglieri comunali durante l’audizione hanno proposto misure di buon senso fondate su una visione alternativa a quella della Giunta guidata dal Presidente emiliano, per superare quella che appare una eterna emergenza, ovvero realizzare piccoli impianti pubblici per ogni Aro e termovalorizzatori di ultima generazione sul modello dei Paesi maggiormente virtuosi che hanno saputo trasformare i rifiuti in risorsa, anche per realizzare il ciclo integrato dei rifiuti.

In Puglia invece, contravvenendo al Programma Nazionale per la Gestione dei Rifiuti (PNGR) che è strumento strategico di indirizzo per le Regioni, si prosegue sulla via dell’inquinamento perché manca la chiusura del ciclo ovvero la capacità di utilizzare i materiali recuperati durante il processo di gestione dei rifiuti. In più, si prosegue con una politica che anziché affrontare i problemi e risolverli, li procrastina o addirittura li nasconde dietro una narrazione che non esiste.

Ritengo perciò che il ministro possa e debba valutare tale orientamento regionale per via degli impatti ambientali del progetto di ampliamento delle discariche citate e derivanti dalla mancata realizzazione in Puglia della chiusura del ciclo dei rifiuti”.

Così on. Dario IAIA, deputato Fdi/ segretario commissione  Ecomafie