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Rette RSA, Perrini (FdI): aumenti che pesano sui bilanci familiari dei pugliesi. Necessario intevento della giunta

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“Faccio nuovamente appello al presidente Emiliano e all’assessore alla Sanità Piemontese affinché risolvano l’annosa questione relativa all’aumento della retta nelle Rsa. Non c’è serenità, per i familiari dei pazienti delle RSA, atteso che sono state spedite, da alcuni giorni, le raccomandate con le quali si invitano le famiglie a provvedere al versamento delle quote di compartecipazione retroattive, che conterrebbero anche gli aumenti delle rette dal 30 al 50%, come deliberato dalla Regione Puglia. Importi di parecchie migliaia di euro che non possono essere portati nemmeno in detrazione perché riguardano il vitto e alloggio. Ulteriore aggravio economico per i parenti.

“Ho sollevato, già nei mesi scorsi, la questione con una richiesta di audizione in Commissione Sanità e mi fu detto che fino al 30 settembre del 2022, la suddetta somma veniva ripartita per il 70% a carico delle ASL (circa 2.000 euro al mese) e il restante 30% (circa 1.000 euro al mese) a carico del paziente, ma a decorrere dal 1° ottobre 2022, il governo Emiliano stabilì le nuove tariffe: fermo restando la tariffa giornaliera di 100,33 euro, questi sarebbero stati sottoposti a una quota di partecipazione alla spesa pari al 50% (quindi 1.500 euro al mese) e non più al 30%. Venivano esclusi da questo provvedimento tutti i pazienti ricoverati in RSA antecedentemente al primo ottobre 2022, che continuavano a pagare la quota parte del 30% della tariffa. Ma, poi, con la delibera di giunta 659/23 la Regione Puglia ha stabilito che a decorrere dal primo luglio 2023, anche i pazienti ricoverati antecedentemente al primo ottobre 2022 sarebbero stati soggetti al versamento della quota per il 50%, invece del 30% che pagavano.

“Per tale motivo nelle scorse ore ho depositato una richiesta di audizione in commissione Sanità. Da sempre sono impegnato affinché siano accreditati tutti i posti letto e i posti in centri diurni rientranti nel fabbisogno programmato perché non è possibile ed è immorale che la quasi totalità dei pazienti deve pagare di tasca propria, nonostante la Regione abbia l’obbligo di garantire la quota sanitaria per tutti e non per alcuni.”

27 gennaio 2025