L’omaggio a don Pierino Galeone che il popolo già immagina santo
San Giorgio jonico – Sette vescovi e cento sacerdoti alle esequie
S. Giorgio J. (18.1.’25) – C’erano sette vescovi, un centinaio di sacerdoti e più di un migliaio di persone, stamattina, alle esequie di mons. Pierino Galeone, un grande sacerdote dell’Arcidiocesi di Taranto: dall’arcivescovo mons. Miniero, al già arcivescovo di Taranto, mons. Santoro, a una delegazione da San Giovanni Rotondo, e tant’altri ancora, sacerdoti provenienti da tutt’Italia.
Don Pierino (come lo chiamavano tutti) si è spento all’età di 98 anni all’alba di martedì scorso, dopo una vita intensa spesa per la gloria di Dio e per l’aiuto ai fratelli.
Due i dati salienti del suo sacerdozio: l’amicizia con Padre Pio, e la creazione della compagnia dei Servi della Sofferenza, una congregazione di sacerdoti e laici. Per quest’ultimo aspetto, basti dire che dai Servi della Sofferenza sono uscite legioni di sacerdoti, suore e laici consacrati: una enorme ricchezza per la Chiesa di Taranto e non solo.
Da giovane sacerdote, don Pierino si ammalò gravemente ai polmoni. Per assicurargli aria buona, i superiori lo mandarono a San Giovanni Rotondo dove visse per qualche tempo con Padre Pio assorbendone la spiritualità. Un giorno, mentre si lamentava col futuro santo del Gargano per il suo male, fu interrotto da Padre Pio il quale, ponendogli sul petto una sua mano già piagata dalle stimmate, gli disse: “Stai tranquillo Pieri’, non è di questo che morirai, anzi, vivrai a lungo” (Così raccontato a chi scrive). Quando guarì, prima di lasciare il Gargano, don Pierino ricevette in dono dal Padre un suo guanto, reliquia che ha conservato su di sé per tutta la vita e che non ha mai lesinato di mostrare ai fedeli.
Martedì scorso, 14 gennaio, poco prima dell’alba, don Pierino si è spento gettando nel dolore quanti lo conoscevano e, inevitabilmente, l’amavano.
Oggi i solenni funerali che non si sono tenuti in piazza a causa della pioggia, ma all’interno della Casa, nel grandissimo Auditorium collegato in video con altri capienti ambienti. Al termine della Messa esequiale, il feretro è stato portato in processione per le vie del paese. Da martedì 21, la salma sarà deposta all’interno della Casa dei Servi della Sofferenza, la sua grande e meritoria creatura, a disposizione dei suoi tanti estimatori.
E già all’annuncio della sua morte, da più parti del popolo ma anche di suoi confratelli si è già cominciato a parlare di un possibile avvio di un processo di beatificazione. Ma questa – se e quando si concretizzerà – sarà un’altra storia. Una bellissima storia.
Antonio Biella