Donne al centro del teatro
Dalla Duse a Marta Abba a Cosenza con uno scavo tra teatro e personaggi con celebrazioni dusiane. Un novembre dusiano all’insegna anche di Marta Abba
Marilena Cavallo
Eleonora Duse, Sarah Bernhardt, Marta Abba, Mata Hari. Si scende negli inferi dell’angoscia e nel risalire a cercare le stelle.
Al centro Gabriele D’Annunzio. Il D’Annunzio che ripropone “Francesca da Rimini” investendo il personaggio di Eleonora Duse in una Francesca trepida amante di Paolo.
Dante qui abita Gabriele. Ma è l’amore che scava fossati e solleva luce. “Francesca da Rimini”. Francesca è un ulteriore personaggio che metaforizza Eleonora Duse.
Il D’Annunzio del “Notturno” vibra. Ovvero quello dei cartiglio, degli appunti, del pensiero in solitudine. Struggenti sono i dialoghi tra Eleonora e Gabriele.
Un racconto dolcissimo nel quale si racconta la storia di un amore che ha segnato non solo la vita dello scrittore e dell’attrice ma della storia del teatro e della letteratura del primo Novecento. Una celebrazione del Comitato nazionale celebrazioni Eleonora Duse.
“Francesca da Rimini”. Un dramma in cui la Duse ha la profondità armoniosa e inquieta del V Canto dell’Inferno di Dante.
Tra finzioni e maschere il gioco del dialogare diventa una potentissima esaltazione lirica.
Un particolare importante è senza dubbio l’aver messo davanti allo specchio due grandi storie d’amore: quella di Pirandello con l’attrice Marta Abba e quella di D’Annunzio con Eleonora Duse. La letteratura e l’amore tra la vita e il teatro. Una unicità straordinaria che rende sublime una passione non solo sul piano letterario, finzione, ma interiorizzandola nel profondo tra letteratura vita, facendo della vita letteratura e dando alla letteratura non più la finzione ma il mistero.
Dante mistico è nel D’Annunzio paradisiaco.
Raccontando la genesi del romanzo metaforizzando il tutto si può affermare: La letteratura mi ha fatto amare l’amore. La donna che amo è letteratura vita carnalità. Eleonora resterà sempre la Divina.
Metafore, sogni, allegorie? L’intreccio con donne come Sarah Bernhardt e Mata Hari che abitano le pagine del libro è unico e sono un percorso tra amore e bellezza. È un legame tutto da leggere proprio in occasione del centenario della edizione definitiva del “Notturno”, che vide la pubblicazione del testo definitivo nel 1921.
Donne in teatro. La Divina resta sempre Divina. Nella tradizione. Marta è nella modernità. Un incontro a Cosenza per andare oltre. Un grande evento.