Politica

Perrini (FdI): “La Giunta Emiliano intervenga sulla cittadella della Carità di Taranto”

Condividi questo articolo:

“La situazione in cui versa la Fondazione Cittadella della Carità è drammatica a causa di un importante “buco di bilancio” che supera i 20 milioni di euro e che si trascina come un macigno da oltre un decennio”. Lo afferma il vicepresidente della Commissione Sanità e consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Renato Perrini, che spiega – La Cittadella della Carità è nata per dare una risposta urgente ai bisogni del territorio, ovvero un’assistenza socio-sanitaria rivolta ai malati, alle persone sole, agli indigenti, ai sofferenti.

La struttura, situata al quartiere Paolo VI di Taranto, comprende, così come riportato sul sito ufficiale, il Poliambulatorio, la Casa di Cura “Arca”, la Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) “Ulivo”, la Residenza Sociosanitaria Assistenziale (RSSA) “13 Maggio”.

La Cittadella della Carità ha al suo interno ambulatori, day hospital, ricoveri, laboratori, e offre servizi di medicina specialistica e riabilitativa; è possibile anche prenotare visite ed esami.

La struttura assicura un’assistenza puntuale sul territorio della provincia di Taranto: un’area dove è molto sentito il bisogno di un’offerta ospedaliera attenta e di primo livello.

La situazione debitoria – evidenzia Perrini– non consente più di proseguire con l’assetto societario attuale, in quanto solo l’intervento di un soggetto esterno e di importanti investimenti possono garantire il processo di risanamento della Fondazione e la garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali. Fatte queste considerazioni, dalle quali emerge con chiarezza l’importanza sanitaria della Cittadella della Carità, è indispensabile preservare i posti di lavoro.

Sulla Fondazione Cittadella della Carità, in questi anni, sono intervenuto innumerevoli volte sia con interrogazioni che con richieste di audizione.

Ancora una volta – conclude Perrini – sollecito la Giunta Emiliano ad intervenire tempestivamente per tutelare i lavoratori e per verificare la possibilità di aprire un dialogo con la Fondazione che la gestisce, affinché si trovi una risoluzione per tutelare un bene prezioso del capoluogo ionico”.