Piano Casa, Perrini (FdI): “Redigere una norma semplice, leggibile e applicabile è indispensabile”
“Una Regione che non impone l’adozione dei Piani non cresce in maniera organica e non garantisce lo sviluppo ordinato delle città.
L’urbanistica deve tornare centrale, a partire da un tavolo di confronto. Il mondo produttivo non può tollerare il perdersi in chiacchiere, tra circolari annunciate e mai adottate”.
Lo afferma il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Renato Perrini, che ha chiesto una audizione in V Commissione dell’assessore con delega all’urbanistica Anna Grazia Maraschio per monitorare quali potenzialità insistono nel Piano Casa, che vanno sfruttate meglio, e quali provvedimenti si intendono adottare al fine di redigere una norma semplice, leggibile e applicabile.
In Puglia – spiega Perrini – a seguito della sentenza della Corte Costituzionale è scaturito un importante documento informativo i cui destinatari sono i Comuni. Il documento, contenente due allegati, fornisce delle linee guida di carattere operativo ai responsabili degli uffici tecnici comunali che dovranno subire le conseguenze della sentenza che ha bocciato l’ultima proroga del Piano Casa pugliese – evidenzia Perrini che prosegue – È stata infatti dichiarata l’illegittimità costituzionale degli articoli 1 e 2 della Legge della Regione Puglia 30 novembre 2021, n. 38 recante modifiche alla legge regionale 30 luglio 2009, n. 14 (misure straordinarie e urgenti a sostegno dell’attività edilizia e per il miglioramento della qualità del patrimonio edilizio residenziale)”.
“Il documento – aggiunge Perrini – mira a fornire un orientamento pratico per la valutazione dei procedimenti da parte degli uffici comunali. Esso non ha comunque un valore vincolante, ma è un mero supporto pratico che fornisce indicazioni a Comuni e associazioni di categoria.
Il Piano Casa riconosce la possibilità di effettuare degli investimenti privati per migliorare le abitazioni esistenti. In Puglia solo una quarantina di Comuni hanno adottato il Piano Urbanistico Generale ed è scandaloso che ci siano Comuni che hanno ancora i piani di fabbricazione.
Questi sono infatti uno strumento regolatore semplificato utilizzato in urbanistica e nella pianificazione territoriale da quei Comuni che non dispongono neppure di un Piano Regolatore: è stato introdotto dalla legge urbanistica nazionale del 1942.
Non solo è ormai datata – conclude Perrini – ma la legge regionale urbanistica non è stata nemmeno applicata perché tanti sindaci, per motivi burocratici o politici, non riescono a portare a termine le procedure. Consentire alle amministrazioni locali di dotarsi di un Pug significa aiutarle nello sviluppo non solo urbano, ma economico e sociale”.