Politica

Pnrr. Iaia ( FdI). Il governo tutela gli enti locali

Condividi questo articolo:

Sono giornate calde sul fronte delle critiche insensate, finalizzate solo a creare confusione e allarmismo. Ancora una volta, il Ministro Fitto ha chiarito che il Governo non ha tagliato nessun intervento dal Pnrr.

La proposta di revisione, inviata alla Commissione europea è invece, un modo per mettere in sicurezza tutti gli interventi e garantirne la reale concretizzazione. Si prevede infatti, solo la sostituzione della fonte di finanziamento per alcuni di questi, come per esempio quelli di rigenerazione e riqualificazione urbana, progetti già finanziati prima del 2020, e successivamente inseriti magicamente nel Pnrr, con pesanti criticità a carico dei Comuni.

È bene precisare invece, che la sostituzione della fonte di finanziamento non comporterà ritardi, ma addirittura semplificherà il lavoro dei Comuni, che potranno rendicontare le opere con criteri più semplici, pratici e con la certezza della copertura economica per la loro realizzazione.

Basti pensare agli interventi stradali che potranno continuare anche se inammissibili all’interno del Pnrr, evitando la revoca e i prevedibili problemi sui bilanci dei Comuni nel 2026.
Anche rispetto ai quasi 40mila interventi di efficienza energetica dei Comuni (valore di 6 miliardi di euro), bisogna chiarire che il 75% degli stessi ha un valore attorno a 100 mila euro. Tra questi per esempio , la manutenzione di un ascensore con un importo pari a 976 euro, la realizzazione di una ringhiera in ferro, 1000 euro.

Inoltre, nel settore della salute, il Governo rafforzerà, con risorse previste dalla legislazione vigente in materia di edilizia sanitaria e non impegnate dalle regioni, pari a circa 10 miliardi, gli interventi programmati nella misura 6 del Pnrr, rispetto ai quali le Regioni hanno segnalato un incremento dei costi medi di realizzazione pari a circa il 30%.
Il Governo, quindi, non riduce di un solo euro i fondi previsti per la salute, per il potenziamento del sistema sanitario nazionale e per l’istituzione di nuove strutture di prossimità nei territori.

Riguardo il dissesto idrogeologico, molti interventi risultavano programmati e finanziati( ma mai realizzati) molto prima del Pnrr, dunque ammessi a finanziamento con regole diverse. Il Ministero dell’ambiente titolare della misura, dopo oltre un anno di istruttoria, ha concluso che molti di questi interventi non sono compatibili con le regole Pnrr e non saranno mai completati entro il 30 giugno 2026.

Pertanto, con senso di responsabilità, ha chiesto di spostare tali interventi sulle fonti che già finanziavano tali interventi (fondo sviluppo e coesione e fondi nazionali).Perché, nel 2021, a fronte di dotazioni finanziarie già previste, in alcuni casi sin dal 2010 con atti assunti e programmazioni approvate, si è deciso di spostare tali interventi sul Pnrr, compromettendo anche la loro rendicontazione? Dove sono finiti quei fondi?

Chi, spregiudicatamente, li ha inseriti nel Pnrr non ha compiuto nessuna valutazione preliminare del rischio di un possibile definanziamento in sede di rendicontazione.
Infine, le famiglie. Il Governo, nella proposta di revisione del Pnrr, oltre a programmare il finanziamento del nuovo capitolo del REPowerEU, per un importo complessivo che supera i 19 miliardi di euro, pari al 10% del Pnrr, ha previsto inoltre, il rafforzamento della misura che riguarda gli asili nido, con lo stanziamento di ulteriori 900 milioni, finalizzato alla pubblicazione di un nuovo bando per l’incremento dei posti e per il raggiungimento degli obiettivi”.