23 maggio 1992. Una data difficile da dimenticare
Una data che tutti conoscono. Una data che anche i più giovani ormai tengono bene a mente. Una data che ha segnato il cambiamento dell’Italia. 500 chili di esplosivo scatenano la sfida di Cosa Nostra allo Stato. E’ pomeriggio inoltrato, sono le 17,58 del 23 maggio del 1992, quando lungo l’autostrada che collega Palermo a Trapani, le auto del magistrato antimafia Giovanni Falcone e della sua scorta superano il chilometro cinque. Un’enorme esplosione le ferma poco dopo, in prossimità di Capaci, provocando la morte di Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Una strage che colpisce al cuore il paese dando vita però a misure mai viste nella lotta alla mafia e a una nuova coscienza collettiva.
Trent’anni fa: la strage di Capaci. Tutta l’Italia ieri ha celebrato questa giornata che rappresenta una lotta alla criminalità organizzata, attraverso molti eventi che hanno ricordato anche la strage di Via D’Amelio (19 luglio 1992) in cui in cui Paolo Borsellino e la sua scorta furono uccisi dalla mafia. A Palermo la “Fondazione Falcone” ha commemorato queste due date attraverso una serie di incontri che hanno preso il via il 18 maggio (data di nascita del giudice Falcone) e che si sono concluse ieri, 23 maggio, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella. Solo cinque le scuole che sono state invitate a partecipare all’evento, tra cui l’I.C. Galileo Galilei di Taranto. La docente Manuela Pizzutilo, con una delegazione di quattro ragazzi, sono partiti alla volta di Palermo e hanno vissuto quest’importante ed emozionante momento in cui, in mattinata, si sono alternate le voci e le esperienze di personaggi di rilievo che hanno partecipato. Nel pomeriggio invece la manifestazione si è spostata davanti a quella che fu la casa di Falcone in cui l’albero negli anni è stato addobbato di frasi e immagini e davanti a cui si sono esibiti personaggi del mondo della musica come Gianni Morandi, Malika Ayane, Giovanni Caccamo e Matteo Romano e dello spettacolo come I Sansoni e Roberto Lipari. “Una grande emozione che ha segnato positivamente sia me che i nostri ragazzi che porteranno a Taranto un ricorso indelebile che, sicuramente, condivideranno con i compagni”, afferma la docente.
“Per noi è stata una sorpresa ed un onore ricevere quest’invito a partecipare a questa iniziativa importante e, direi, di fondamentale importanza per tutti – commenta la Dirigente Scolastica, Antonietta Iossa -. Avere la possibilità di essere annoverati tra i presenti della commemorazione del trentennale delle stragi di Capaci e di Via D’Azeglio è stata un’opportunità unica per l’intero Istituto e per i nostri ragazzi. Non è una festa, non è una celebrazione qualsiasi, ma è LA CELEBRAZIONE della legalità, della forza e del coraggio contro la Mafia, nonostante quello che è accaduto. È una riflessione di grande importanza per tutti i nostri studenti e i giovani in generale che ogni giorno devono scegliere di essere degli onesti cittadini per non alimentare quella che è la grande rete mafiosa, per cui Falcone e Borsellino hanno combattuto fino alla loro morte”.