Sava domenica 27 ore 17.00: inaugurazione Polo Museale “ MUaSA” e il “Museo Etnologico”.
Domenica 27 marzo alle ore 17.00 a Sava verrà presentato presso la sala Amphipolis il nuovo Polo Museale savese, denominato “MUaSA”- Musei a Sava che sarà composto dal già noto “Museo dell’Olio” e dal “Museo Etnologico” che verrà sarà inaugurato nell’occasione. Entusiasmo viene espresso dal Sindaco Dario Iaia: “Continua in maniera incessante l’attività di promozione della cultura nel nostro territorio.
Dopo l’apertura del bellissimo ed unico nel suo genere “Museo dell’Olio” e la riqualificazione delle biblioteche “San Francesco”, “Bonsegna” e “Vitti, ora è il momento di donare alla città un nuovo ed ulteriore luogo di cultura e di istruzione, quale sarà il Museo Etnologico.Sava si dota di un vero e proprio polo museale che abbiamo voluto denominare “MUASA” e che comprenderà appunto il Museo dell’olio ed il Museo Etnologico, posti a poche decine di metri di distanza l’uno dall’altro, oltre al Museo di Storia Naturale e Missionario Cinese. Luoghi questi tutti fruibili dai visitati di ogni luogo e dagli studenti.”
Continua il prof. Antonio Cavallo, curatore del Museo Etnologico : ”Il nuovo museo farà vivere al visitatore un viaggio attraverso il nostro territorio nei 100 anni di storia ricompresi tra il 1860 ed il 1960, utilizzando oggetti, immagini e racconti di una realtà ormai trascorsa e per taluni assolutamente sconosciuta. La particolarità di questo museo è data dal fatto che è strutturato in modo tale da far immergere l’ospite in ambienti di vita quotidiana dell’epoca, ad esempio in una camera da letto dotata di tutto l’arredo ed il corredo dell’epoca ovvero un ambiente cucina dotata delle suppellettili di uso comune, e poi un angolo scuola ed altro ancora.
Non mancano gli spazi dedicati all’agricoltura ed ai vari mestieri. Questo nuovo luogo di cultura consentirà al visitatore di compiere un viaggio interessante ed emozionate nel passato, sapientemente raccontato da guide esperte interne che illustreranno ogni particolare non lesinando l’uso della lingua dialettale. Questo al fine di far cogliere il vero senso dell’esposizione che ha l’obiettivo di far rivivere una realtà vissuta dalle generazioni passate, dalle quali dovremmo cogliere gli aspetti positivi e il senso dei loro sacrifici. “