Suma (Bd): carceri, condizioni pessime
Riceviamo e pubblichiamo:
Qualche giorno fa in occasione della inaugurazione dell’anno giudiziario si è persa l’occasione di discutere delle condizioni pessime in cui riversano molti istituti carcerari italiani.
Nel 2013 La Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per la violazione dell’art. 3 della Convenzione europea dei diritti umani. L’articolo in questione consiste nell’obbligo delle autorità di assicurare ad ogni prigioniero condizioni di detenzione compatibili con il rispetto della dignità umana.
Il caso preso in esame dalla Corte europea riguardava i trattamenti subiti da sette persone detenute diversi mesi nelle carceri di Busto Arsizio e di Piacenza, in celle triple e con meno di 4 metri quadrati a testa a disposizione.
Il sovraffollamento riguardava moltissime carceri italiane e la Corte europea ha dato all’Italia un anno di tempo per rimediare. I provvedimenti presi dall’Italia hanno portato a una progressiva riduzione del tasso di sovraffollamento. Dal 2017, tuttavia, il numero di detenuti è aumentato di nuovo.
Un altro grave problema che affligge le carceri italiane e ne deteriora le condizioni, la disorganizzazione e i malfunzionamenti, è la significativa carenza di personale. Negli istituti mancano agenti di polizia penitenziaria che a marzo 2021 sfiorava i cinquemila agenti.
Altri dati che impongono una riflessione sulle condizioni dei detenuti sono quelli relativi ai suicidi. I dati più recenti pubblicati dal Ministero della Giustizia si riferiscono all’anno 2020, ed il valore assoluto di suicidi è stato di 61. Nel 2021 secondo alcune fonti derivanti da noti quotidiani nazionali il numero di suicidi è stato quasi pari a quello dell’anno precedente.
Buona Destra Puglia chiede attenzione sulla situazione delicata delle carceri pugliesi, dopo gli ultimi accadimenti avvenuti nei penitenziari nostrani. Un giovane detenuto molese ha chiesto aiuto a sua madre, dopo aver denunciato violenze. Nel carcere foggiano un detenuto ha tentato il suicidio, un altro è rimasto ferito gravemente, nel medesimo tentativo.
Da due anni un altro problema dei penitenziari è la difficoltà di tutelare dal covid i detenuti. Alcune rivolte, non solo in Puglia, sono state sedate. Ad ogni modo oltre all’emergenza Covid, le carceri pugliesi soffrono il sovraffollamento.
Taranto è il carcere più sovraffollato d’Italia, con 650 detenuti a fronte di una capienza di 350 e, in tutta la Puglia, le strutture penitenziarie ospitano almeno mille detenuti in più, circa 3.800 rispetto alla capienza di 2.700.
In questa situazione, c’è una carenza di almeno mille agenti di polizia penitenziaria, costretti a turni massacranti e a continue aggressioni.
Il carcere di Bari ha una situazione ai limiti della legalità. Celle piccole, assenza di spazi per la socialità e carenza di personale medico, infermieristico oltreché di personale addetto alla sicurezza.
Il Coordinamento regionale della Buona Destra vuole fare appello alle istituzioni ed al Provveditore regionale, nonché al Garante regionale dei detenuti, affinché si possano compiere passi migliorativi verso chi, attraverso la deterrenza, dovrebbe essere reinserito in società.
Il Referente Provinciale di Taranto della Buona Destra avv. Rocco Suma, rileva che la situazione dell’Istituto Penitenziario di Taranto si trascina ormai da anni ed anche le vicende della direzione dello stesso non hanno avuto una rapida soluzione. Peraltro l’istituto è sotto organico da anni e, benché tante siano le domande di assegnazione a Taranto, il personale continua ad essere utilizzato in altre strutture carcerarie italiane e manca nella nostra città un Istituto Carcerario Minorile.
In tal senso si chiede l’apertura di un tavolo di discussione con le Istituzioni locali ed il sottosegretario alla Giustizia on. Avv. Francesco Paolo Sisto.
Per Il Coordinamento Regionale BD
Il Coordinatore Provinciale
avv. Rocco Suma