Di Gregorio (Pd): dall’OMS conferme sul danno sanitario di Taranto
“Altri numeri, altri dati drammatici, altre tristi conferme riassumibili in un concetto: a Taranto c’è stato e ancora c’è un eccesso di mortalità dovuto alle attività industriali”.
È questo il commento del consigliere regionale Vincenzo Di Gregorio (PD) al Rapporto di valutazione dell’impatto sanitario commissionato dalla Regione Puglia all’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).
“La meritoria attività di studio voluta dal presidente Michele Emiliano – prosegue il consigliere tarantino – ribadisce quanto già letto in altre perizie. Ma non solo. Apprendiamo che se dovessero essere tutte rispettate le prescrizioni dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) più recente, cioè quella del 2015, le morti premature non supererebbero le 50 unità (con un range fino a 80 decessi; intervallo annuo 5-8 morti premature) nel corso dei successivi dieci anni. L’OMS precisa, inoltre, che l’approccio utilizzato nel Rapporto si limita agli adulti con più di 30 anni e non considera gli effetti sinergici dovuti all’esposizione a più sostanze chimiche, nè quelli dovuti alla contaminazione del suolo, degli alimenti, delle acque, e nemmeno l’impatto dei rifiuti. Insomma l’OMS sembra dirci che finora è stata studiata solo la punta di un iceberg ben più ampio e drammatico. Non oso immaginare quali potrebbero essere i risultati se si considerassero gli effetti dell’inquinamento su neonati e bambini”.
Secondo Di Gregorio, “il rapporto dell’OMS deve spingerci in una sola direzione: modificare radicalmente e rapidamente le opzioni di sviluppo economico sociale e culturale di Taranto e dell’intero territorio ionico. I tarantini non vogliono restare sotto il giogo di attività industriali che in maniera inequivocabile mostrano quanto pesante e devastante sia il loro impatto in termini ambientali e sanitari”.
“Lo studio dell’OMS – conclude Di Gregorio- considera anche i danni economici derivanti dalla mortalità prematura nell’area metropolitana di Taranto: 85 milioni di euro l’anno per la situazione pre AIA 2010; 53 milioni all’anno per lo scenario AIA 2012; 15 milioni di euro l’anno se fossero applicate le prescrizioni post AIA 2015. Oltre al danno ambientale e sanitario, subiamo la beffa di un pesantissimo danno economico. La nostra comunità non può ancora sopportare tutto questo”.
Taranto, 21 gennaio 2022