Di Gregorio (Pd): ex Ilva, dal vertice con Giorgetti nessun motivo per esultare
Dichiarazione stampa del consigliere regionale Vincenzo Di Gregorio (PD).
“Nell’estate del 2012, nell’imminenza del sequestro degli impianti siderurgici disposto dalla Procura di Taranto, dai tavoli romani convocati d’urgenza furono ipotizzati interventi di risanamento ambientale che avrebbero dovuto concludersi in 5 anni. In anticipo, si diceva, rispetto al resto d’Europa. Sappiamo tutti, purtroppo, cosa (non) è successo.
A distanza di dieci anni si dibatte ancora sul futuro dello stabilimento siderurgico di Taranto. Nell’incontro presieduto ieri dal ministro Giorgetti l’orizzonte del risanamento, che ora si chiama decarbonizzazione, è stato spostato dieci anni più avanti. Significa che, nella migliore delle ipotesi, arriveremo al 2032 e dal 2012 saranno trascorsi 20 anni.
Per costruire il IV Centro Siderurgico di Taranto servirono 5 anni. La cerimonia di posa della prima pietra dei lavori si svolse il 9 luglio del 1960; il 10 aprile del 1965 il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat inaugurò lo stabilimento, già in marcia da diversi mesi.
Vent’anni sono un arco di tempo enorme, eccessivo, ciclopico, colossale, gigantesco, spropositato, immane, esorbitante, madornale, rispetto all’urgenza del disastro ambientale perpetrato in danno di Taranto e dei tarantini. Un’urgenza che dal 2012 ad oggi non è venuta meno. L’urgenza è ancora davanti ai nostri occhi con un territorio devastato dal punto di vista ambientale, colpito da gravi emergenze sanitarie, interessato da una prolungata crisi occupazionale ed economica.
Per quanto ci sforziamo, non troviamo alcun motivo per esultare dinanzi all’esito dell’ennesimo vertice nella Capitale. Cambiano gli interlocutori, si modificano i termini, si sostituiscono i progetti, si alternano i proprietari. Una sola cosa resta uguale nel tempo: la delusione di Taranto e dei tarantini”.
Taranto, 14 dicembre 2021