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Marco Canolintas e la rilevanza dei test

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L’allenatore della squadra femminile del Napoli:”Nessun test è perfetto, ma qualcuno è utile”

Argomento fortemente dibattuto nella pre-season riguarda la tipologia di test fisici da svolgere con la squadra. Alcuni test possono sicuramente fornire indicazioni migliori rispetto ad altri, ma l’unico test specifico nel calcio è la partita stessa. Tuttavia, l’allenatore della squadra del Napoli, Marco Canolintas, crede che alcuni test siano molto utili soprattutto durante la preparazione per capire la condizione fisica della squadra. Il primo errore che il preparatore atletico ha visto sempre fare è quello relativo allo svolgimento del test durante il primo giorno di ritrovo. Nello specifico, un atleta che torna dopo 3-4 settimane di vacanza non potrà sicuramente effettuare un buon test e, per certo, il test darà un risultato migliore 4-5 settimane dopo al termine della pre-season, ma questo perché era “falsato” sin dall’inizio. Canolintas pensa sia utile invece svolgere dei test almeno dopo una settimana di allenamento poiché i risultati forniranno indicazioni più veritiere e utili sull’allenamento da programmare. Riguardo la tipologia di test di endurance, non si dice entusiasta sui test a esaurimento. Infatti, se il calciatore si esaurisse durante la partita non sarebbe in grado di terminarla perciò la tipologia di sforzo è differente rispetto al test. Semplicemente, il giocatore non è preparato per questo tipo di test. Inoltre, la componente motivazionale gioca un ruolo fondamentale sul risultato. Nel calcio, test con durata o spazio prestabiliti possono fornire ottime indicazioni riguardo il sistema aerobico dei giocatori. Inoltre, non essendo a esaurimento permettono di allenarsi nella stessa seduta della valutazione. Sono facili da eseguire e utili per capire se l’atleta ha raggiunto un livello sufficiente per allenarsi in maniera più specifica alla competizione. Durante la stagione, invece, Canolintas non ripeterebbe più lo stesso test in quanto pensa sia altamente aspecifico rispetto al modello di prestazione. In questo caso, il monitoraggio degli allenamenti e della partita tramite l’utilizzo di GPS fornisce già dei dati riguardanti la condizione del giocatore senza che lui stesso sia consapevole di essere testato.
Stesso discorso riguardo la tempistica test di forza e potenza con la differenza che possono essere massimali se l’atleta ha esperienza con la tipologia di test. Svolti il primo giorno di ritiro possono fornire indicazioni fuorvianti dal punto di vista prestativo, mentre se svolti una volta ricondizionato il giocatore e al termine di un percorso di allenamento possono aiutare a capire l’efficacia del lavoro svolto. Tuttavia, anche in questo caso il monitoraggio dell’allenamento in palestra è un metro di valutazione più accurato rispetto a qualsiasi test durante la stagione.
Ultimo punto, qualsiasi test venga svolto, l’allenamento che ne consegue non deve essere mirato a migliorare il test stesso ma la performance in gara. Questo perché non esiste nessuna correlazione certa tra qualsiasi test e la partita, perciò un risultato migliore del test non garantisce una prestazione migliore. Il test deve servire a capire l’andamento di un’abilità specifica, ma bisogna conoscere come essa influisce sulla performance. Come disse Albert Einstein: “Non tutto ciò che può essere contato conta e non tutto ciò che conta può essere contato”.