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Venerdì 26 Marzo, i docenti di nuovo in piazza.

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Taranto si unisce alla manifestazione nazionale virtuale per protestare contro questa nuova modalità che da “straordinaria” ormai sembra essere diventata “la normalità” e per ribadire la necessità di stabilizzare i docenti precari con almeno tre anni di servizio. Nonostante le promesse e i proclami, i docenti sono ancora “a bocca asciutta”. Stanno portando avanti l’anno scolastico con l’impegno di sempre, anzi con il doppio della fatica perché la nuova forma di DID prevede un doppio lavoro, ma con nessuna certezza per gli anni a venire.

L’unione europea ha intimato l’Italia di regolarizzare i precari, ma sembra che nessuno abbia orecchie per intendere!! Da un anno inoltre per studenti e studentesse la scuola è diventata uno schermo da cui si pretende che una voce distorta possa fare lezione. E nei piani per il futuro questa forma di insegnamento diventerà sempre più stabile. La postazione da casa non potrà mai sostituire la scuola, ma se la struttura rimarrà immutata, è molto facile che l’apertura della scuola il prossimo anno funzionerà a singhiozzo. Proprio come quest’anno.

Da un anno ci viene detto che va trovato un equilibro tra diritto alla salute e diritto all’istruzione. Questo equilibrio però non c’è: non solo la chiusura della scuola non risolve l’aumento dei contagi, ma la DAD provoca un peggioramento della salute evidente. Ansia, depressione e aggressività sono in aumento, soprattutto nelle fasce più giovani. Questa non è salute! È per tutto questo che Con *Priorità alla Scuola* partecipiamo con una manifestazione ad una giornata di sciopero che vedrà gli insegnanti astenersi dalle lezioni e studentesse/studenti spegnere gli schermi. *Chiudiamo tutti i nostri dispositivi, non lasciamo che i nostri figli e le nostre figlie rimangano connessi*.

Rifiutiamoci di collaborare. E scendiamo in piazza. Cosa chiediamo? Per migliorare le scuole bisogna mettere le mani alla sua struttura. Coi soldi del Recovery Fund vogliamo: ridurre a *20 il numero massimo di alunni* per classe (*15 in presenza di alunni speciali*); garantire la *continuità didattica e sicurezza*, assumendo con concorsi per soli titoli i docenti con 3 anni scolastici di servizio e gli Ata con 24 mesi; a intervenire massicciamente nell’*edilizia scolastica* per avere spazi idonei a una scuola in presenza e in sicurezza. In sintesi chiediamo: messa in sicurezza degli istituti scolastici pubblici; riduzione degli alunni nelle classi; stabilizzazione ed immissione in ruolo dei precari con tre anni di servizio secondo il criterio di titoli e servizio; revisione delle graduatorie provinciali delle supplenze; la fine della mercificazione della formazione.