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Cus Jonico Taranto, intervista a Longobardi

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La guardia rossoblu a 360° dalla sua Pozzuoli: “Peccato, eravamo convinti di giocarci la Serie B, gruppo e società stupendi. Spero di restare, appena finisce tutto ne parliamo”

A cura di Toni Cappuccio

Lo avevamo lasciato indiscusso mvp della partita contro Altamura. Nessuno, tantomeno Nicola Longobardi, poteva pensare quella domenica sera che quella sarebbe stata l’ultima partita della stagione, sua e del Cus Jonico Basket Taranto. È successo, tutto o quasi, in poche ore, in pochi giorni, nel giro di poche settimane. La trasferta di Ostuni che salta, il campionato che viene sospeso, il rompete le righe temporaneo che poi è diventato definitivo così come l’annullamento dell’intera stagione. Quella bella sera del 1° marzo sembra così lontana, così come le luci del Palafiom spente del tutto, così come i sogni di gloria dei rossoblu.

Il nostro Toni Cappuccio lo ha sentito e intervistato.

Ciao caro Nicola, come stai, come va a casa tua, dalle tue parti, tutto bene?

“Sì, grazie, va tutto bene finora, anche dopo quella scossa di terremoto, per fortuna non forte, con epicentro proprio dalla mia zona, Pozzuoli, zona Solfatara.”

È davvero tutto finito, te ne sei capacitato?

“Già, purtroppo! Porto ancora i segni della delusione, insieme ai miei compagni di squadra. E’ stato interrotto bruscamente un bel sogno che poteva diventare realtà, perché ci sentivamo dentro di poter compiere l’impresa, vincere i playoff che avremmo giocato proprio in queste settimane. Per me, poi, sarebbe stato il coronamento di una stagione e di un momento di forma importante grazie ai compagni di squadra, alla società e ai tifosi. Una chimica perfetta che si era creata grazie al lavoro sapiente di coach Olive, di tutto lo staff tecnico e che poi veniva valorizzato da tutti i dirigenti e dalla società”.

Per intensità e intelligenza ti ho paragonato a David Moss, ho esagerato?

Tessendo le mie lodi fin troppo forse, con un po’ di voluta esagerazione ma grazie!.

Vorrei sentire il tuo parere sulla decisione presa dalla Fip, prima sui campionati regionali e poi estesa a quelli nazionali

“Non posso che essere d’accordo sull’eccessiva fretta di dichiarare la fine dei nostri campionati da parte del presidente federale Petrucci. Mi rifaccio ai commenti dei nostri massimi dirigenti, il presidente Cosenza e il gm Conversano che hanno lamentato il fatto di non essere stati neanche consultati prima di prendere una decisione che, comunque, aveva delle motivazioni valide. Le società dei nostri campionati si sono trovate così spiazzate e spalle al muro senza avere il supporto di una condivisione circa il presente e il futuro economico-finanziario al di là della delusione sportiva”.

Una buona analisi anche dal punto di vista della visione di politica sportiva. Ti stai forse preparando anche al ruolo di Team Manager, ora che sei così tanto giovane?

“No, giammai! E’ ancora troppo presto, sono giovane e con tanta voglia di spaccare il mondo, si fa per dire. Il basket ce l’ho nel sangue, come in tutta la mia famiglia allargata anche ai miei cugini di sangue. Fino all’anno scorso ho giocato quasi sempre in Campania e solo, nella stagione precedente ho fatto il salto fuori, accettando di buon grado la scelta di venire a Taranto. Io, prima ero un altro giocatore. Difendevo normale ma, quando poi ti trovi di fronte a giocatori grandi e grossi di formazione superiore, le cose cambiano. In attacco, prima tiravo solo da 3 e poco altro. Poi, giocando anche in serie B col Pozzuoli, ho perfezionato il gioco difensivo e variato quello di attacco. Quando però il mio agente mi ha detto che Taranto mi avrebbe ingaggiato, non ho tentennato e ci sono venuto volentieri perché sapevo che in Puglia il basket è molto praticato ed è ulteriormente fisico e tecnico. Non solo, dal punto di vista sociale mi è piaciuto molto l’approccio con la città, perché appena messovi piede ho ascoltato, lungo le sue strade, il suono e voce di una bella canzone napoletana. Come fossi in una seconda Napoli”.

Come ritieni di aver migliorato il tuo gioco e le tue caratteristiche tecniche?

“Penso di aver dimostrato di aver migliorato e variato il gioco offensivo, nell’uno vs uno, oltre al tiro e l’applicazione difensiva. La cura di coach Olive e del suo staff è stata molto efficace. Mi auguro di poterla utilizzare ancora al più presto, magari al prossimo possibile rientro”

Senti caro Nicola, per ultimo te lo chiedo “papale papale”: torneresti per la prossima stagione?

“Di corsa! Anche perché mi sembra quasi che si sia interrotto bruscamente un bel sogno. Mi sento spesso con i miei amici e compagni di squadra e siamo tutti concordi in questo. Il bello di questa stagione è che l’abbiamo vissuta in buona armonia dentro e fuori il parquet e questa non è sempre facile da conseguire. Tutto l’ambiente è stato bello e gratificante. Quando finirà questa triste storia, torneremo a Taranto, intanto, per farci una bella tavolata tutti insieme, alla faccia del Covid-19 e poi, per sistemare le cose dal punto di vista economico, con buona volontà di accordo tra le parti, riconoscendo anche alla società tutto ciò che perso per strada”.

Allora a presto caro Nicola.

Toni Cappuccio

Gianfranco Maffucci

Sottufficiale Marina Militare in pensione- fondatore associazione culturale Delfino Blu (1996), promotore per 8 anni consecutivi Premio Città di Taranto, premio rivolto ad artisti, pittori scultori, artigiani, fotografi, provenienti da diversi paesi esteri, premi di poesie. Mostre d’arte varia. Cofondatore blog Blufree. Appassionato da ragazzo di fotografia. Aderisce da anni ad una associazione di Templari (solidarietà e beneficenza)