Politica

“ALL’ARMI SIAM FASCISTI…”

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Per chi non mastica un po’ di storia (o per semplici ragioni anagrafiche), dico subito che per titolo – provocatoriamente – ho preso quello che era l’incipit dell’Inno dei Fasci di Combattimento, ripreso e modificato dall’Inno dei Bersaglieri Ciclisti. “All’armi” e “fascisti” sono le parole che più ricorrono in questi giorni di crisi governativa  invocata dal “barbaro” Matteo Salvini. Sul “siam” ragioneremo fra un attimo. L’attimo che mi serve per farmi un sorriso sulla circostanza che fino a ieri nessuno – dico nessuno – voleva che il governo giallo-verde continuasse a “distruggere l’Italia”, e tutti – dico tutti – da mane a sera non facevano altro che chiedere la caduta di questo governo. Improvvisamente, con quelle pirouettes tipiche di ballerine  (e…nani) persino per gli arcigni compagni del Pd e finanche per gli accigliatissimi Leu, i rozzi pentastellati sono diventati  pura acqua di fonte, bravi ragazzi ai quali maritare le figlie maggiori. Vabbe’, soprassediamo.

E veniamo a quell’inquietante “siam” , inteso come siam fascisti, ovvero l’ipotesi  – secondo pensosi pensatori – che saremmo tornati ad essere un popolo come quello dei nostri nonni, rimbalzati indietro di almeno novant’anni (calcolando che il vero consenso di massa al fascismo si ebbe negli anni Trenta). Vediamo di fare un po’ di conti. Secondo i politiconi sinistri nostrani, Salvini e tutti coloro che votano Salvini sono fascisti. E oggi abbiamo almeno il 36 per cento degli italiani (come vedete, mi tengo basso). Un altro otto per cento di italiani vota FdI della Meloni, e qui siamo tra i fascisti per antonomasia. Un altro 7 per cento di “fascisti” (e vogliamo dire di no?) vota ancora per il Duce di Arcore, ovvero l’inossidabile Berlusconi. Già così siamo al 51 per cento di italiani “fascisti”. Pensate a quanti fascisti si nascondono nelle fila dei grillini (Grillo stesso, per i toni, mi sembra un gerarca mica male); e quanti fascisti sotto copertura del Pd (non mi direte che Renzi non sia dittatoriale, autarchico, ecc.!); Non dimenticate, infine, che in passato anche il socialista (ma non comunista!) Bettino Craxi veniva raffigurato sempre in orbace con pantaloni e stivali da federale, e spesso lo appendevano a testa in giù come fatto poi con Berlusconi, oggi con Salvini (domani…con San Padre Pio, dichiaratamente anticomunista?).

Mi chiedo: ma che schifo di sinistra avranno avuto mai gli italiani per essere rimasti coriacemente fascisti dopo 75 anni?

Se poi ripensiamo all’aforisma del geniale Ennio Flaiano, secondo il quale “I fascisti, in Italia, si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti”, allora capite che stiamo proprio inguaiati.

Antonio Biella