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Politica

“CONTRORDINE COMPAGNI!” OVVERO: SENZA VERGOGNA

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Chi mai può dimenticare il vecchio e caro Giovannino Guareschi che tra libri, racconti e barzellette metteva alla berlina il mondo comunista dell’immediato dopoguerra. Una delle sue vignette fisse più famosa era quella che iniziava sempre con la frase  “Contrordine compagni!” in cui mostrava come, avendo capito male una circolare, i compagni del Partito Comunista facevano cose bizzarre e poi invertivano la rotta. La stessa cosa sta facendo il M5s con una serie di dietrofront che potremmo chiamare Contrordine compagni o anche “senza vergogna”. Il più clamoroso è quello di  Beppe Grillo che dopo aver aizzato tutta l’Italia contro i vaccini e contro il buon senso al grido di no-vax, improvvisamente ha virato di 180 gradi e, con l’eterno nemico Matteo Renzi, ha firmato un appello pro-vax provocando la ribellione dei grillini. Ma ormai in casa 5 stelle si stanno abituando. Dopo aver conquistato un consenso eccezionale, i pentastellati capitanati da un certo Di Maio (uomo di grande scienza come tutti sappiamo) stanno facendo marcia indietro non solo sui vaccini ma anche su Tav,  su Tap,  sulle trivellazioni, sulle banche, su tutto. E’ di giovedì sera persino l’ennesimo slittamento del decreto sul reddito di cittadinanza e quota 100 che pure sono i due cavalli di battaglia di questo governo. Marcia indietro anche sull’abbassamento delle tasse ai cittadini: al contrario,  aumentano gas, luce, nel secondo semestre anche le autostrade. Tutto come ogni anno e come ogni governo. In più, gli enti locali (Comuni e Regioni) potranno aumentare l’Irap, l’Imu, la Tasi e l’Irap per  famiglie e imprenditori. Che dire? Contrordine compagni!

LE IPERBOLI PAPALI

Avevamo appena finito di sgomentarci per la decisione della Chiesa cattolica di cambiare il Padre Nostro (preghiera dettata da Gesù in persona e tramandata dalla Chiesa), che il Santo Padre ne ha tirata fuori un’altra.  Redarguendo i cattivi cattolici (lui, ovviamente, non si permette di redarguire i cattivi musulmani) ha affermato: “Meglio essere atei che cattivi cattolici”. Che per me è una specie di 8 Settembre ’43: “Tutti a casa”. Indeciso se continiuare a farmi vedere in chiesa, ho interpellato un buon sacerdote e questi, pazientemente, ha riparato in corner dicendo che il Papa ama usare le iperboli per dar forza ai suoi messaggi. Sarà, ma a me quest’iperbole è sembrata troppo…iperbolica. Soprattutto per un Papa.

Sempre a proposito di Chiesa e dintorni, grazie a un amico di Marginalmente, l’avv. Mimmo D’Elia, vi propongo due  citazioni interessanti sui danni dei teologi più raffinati. Le citazioni sono tratte da un profondo articolo di Alessandro Gnocchi. La prima è di Chesterton, il più grande scrittore cattolico inglese, nel racconto “La ballata del cavallo bianco”. Il re Alfred dice “I pagani non verranno su navi da guerra, non devasteranno col  fuoco, ma i libri saranno il loro unico cibo, e con le mani impugneranno l’inchiostro. (…) Sì, questo sarà il loro segno: il segno del fuoco che si spegne, e l’Uomo trasformato in uno sciocco, che non sa chi è il suo signore. Anche se arriveranno con carta e penna e avranno l’aspetto serio e pulito dei chierici, da questo segno li riconoscerete, dalla rovina e dal buio che portano”.
E gli fa eco il Cristo crocifisso sull’altare maggiore di Guareschi (rieccolo!): “Ogni giorno di più uomini di molte parole e di nessuna fede distruggono il patrimonio spirituale e la fede degli altri”.

Antonio Biella