Navigare a vista…..
In pizzeria (quando non ci sono bambini che giocano agli indiani o genitori ancora più maleducati che gridano e ridono fragorosamente, non occupandosene per nulla degli ultrasuoni emessi dai loro figli, lasciati allo stato brado), con gli amici di una vita, vengono fuori dei discorsi interessanti. Per esempio, vi segnalo il tema lanciato, lo scorso sabato, da un mio amico, forse quello con cui sono più in sintonia, in merito all’abbandono di questa città da parte dei propri figli, proprio per motivi di sussistenza dei bisogni primari. Con le lacrime agli occhi, lui mi parlava della partenza di suo figlio alla volta dell’Emilia Romagna, terra ricca e piena di possibilità di impiego, soprattutto per i giovani laureati, crisi permettendo. Immagino cosa starete pensando: “E’ un bene che i ragazzi, talvolta anche gli adulti, vadano a farsi le ossa al Nord, per poi ritornare da noi ad essere utili a risollevare le sorti del Meridione”. Così ho fatto io, ma a nove anni dal mio ritorno a Taranto, la cosa non credo abbia fatto piacere a molti che mi ripetono, come un disco rotto, cosa sia venuto a fare e, talvolta, anche in dialetto, a mo’ di minaccia, tipo: “E’ venute o tanne mannate?”. Per quei pochi che riusciranno a tornare, ci saranno molti che resteranno al nord, infoltendo le schiere di quelli come me che piangevano vedendo films o filmati di bianche masserie, di mari cristallini irradiati da una luce bianca, come le luci fredde o calde delle lampadine. Solo nel 2016, costretti ad emigrare, sono stati in 50.000 dal nostro bel paese e continueremo ad esportare i nostri patri cervelli ed ad importare immigrati, talvolta clandestini e rifugiati politici.Su 4 cervelli Italiani che emigrano ne importiamo uno Africano Con questo voglio sottolineare che non sono assolutamente un razzista leghista che dir si voglia, ma solo un osservatore che crede fermamente che, in questo cambio, verremmo a perdere parecchio. Soprattutto l’identità che, come europei, abbiamo perso da illo tempore, importando gente al contrario, in possesso di un forte sentimento identitario, di cui andare fieri. In questo gioco noi Italiani e, soprattutto Meridionali, abbiamo tutto da perdere. L’abbandono per il Nord, vuoi Italiano o altri paesi esteri, ci toglie gli affetti più cari, colpa sempre della politica di non aver mai avuto un piano programmatico, a lungo termine, di impiego dei giovani per scarsezza di lungimiranza e mancanza di addestramento per la formazione culturale e tecnica. Chi diceva, come il Governo precedente, che la crisi (o meglio identificato come cambio epocale) sia passata, si illude profondamente. La navigazione a vista, anche se siamo un popolo di naviganti, non va proprio bene nella formazione lavorativa e professionale.Siamo passati da un’università aperta degli anni ’70 che lasciava alla selezione naturale la tagliola agli studenti,ad una chiusissima come l’attuale. Questo ha determinato il depauperamento dei laureati, senza parlare poi per l’accesso alle scuole di specializzazione, ulteriore imbuto nella preparazione ed addestramento dei giovani.Questo paese non ha mai brillato per l’equilibrio, cosa per me gravissima.Questa civiltà ipertecnologica che molti chiamano dei “robot”, ha bisogno necessariamente di persone molto preparate e specializzate. Questo anche un idiota lo capirebbe, non lo si potrà trovare o richiedere all’importazione di mano d’opera Africana. Troppo è il divario socio culturale esistente fra popoli che non hanno mai avuto nulla da spartire. Lo sradicamento dal proprio territorio è una delle cose più brutte che possano capitare ad un uomo, qualsiasi colore di pelle abbia. I giovani dovrebbero partire per curiosità e non per disperazione. Dovrebbero avere la possibilità di scegliere e mai partire per mancanza di scelte.Il cambiamento culturale ancora poco palpabile , diventerà evidente fra pochi anni ma allora sarà, troppo, troppo tardi .Per fortuna , questo nuovo Governo, ha mostrato molta attenzione a questo problema ed in meno di 6 mesi ha già messo le basi perchè, questa dissennata migrazione, favorita a dismisura dai “buonisti” del disastroso governo precedente, inverta finalmente la rotta .Una rotta mai più a vista!
Dott. Giuseppe Varlaro
Sottufficiale Marina Militare in pensione- fondatore associazione culturale Delfino Blu (1996), promotore per 8 anni consecutivi Premio Città di Taranto, premio rivolto ad artisti, pittori scultori, artigiani, fotografi, provenienti da diversi paesi esteri, premi di poesie. Mostre d’arte varia. Cofondatore blog Blufree. Appassionato da ragazzo di fotografia. Aderisce da anni ad una associazione di Templari (solidarietà e beneficenza)