Taranto e il grande Mediterraneo
Ripropongo questo articolo, fatto oltre un anno fa , in quanto alla luce di quello che ha fatto Calzedonia lo convalida con forza. Inutile spiegare chi sia Calzedonia ma rimarcare con forza , quello che ha fatto, lo si deve. Sono andati nel 2014 in Etiopia, infischiandosene della guerra con la Somalia ed hanno aperto uno stabilimento di confezionamento dei loro prodotti con 120 dipendenti ed addestratori del personale. Secondo proiezioni, nel 2020 a pieno regime assumeranno in totale 1200 dipendenti , per lo più indigeni. Si parla di cifre non di 200.000 migranti ma di 200.000.000 di abitanti dell’Africa che nel tempo potrebbero trasmigrare nell’unico paese che non può proteggere i propri confini. Mi sembra di vedere le facce dei sinistri, buonisti, catto-comunisti , comunisti in cachemire, trasfigurarsi ma credo che l’idea di un certo Benito, sia ritornata d’attualità vista la manifesta incapacità dei politici europei a risolvere una situazione incancrenitasi da tempo e molto sottovalutata. E’ da tempo, fin dagli anni ’70, che Pino Rauti metteva in guardia che questa invasione sarebbe avvenuta, dando anche la soluzione con una frase divenuta estremamente attuale: “aiutiamoli a casa loro” condivisa incredibilmente anche da Renzi. Ho seguito con interesse il programma condotto da Mieli sulla storia del fascismo che con immagini ben documentate, mostrava come l’edilizia del tempo, proprio come a Taranto, le strade ed i palazzi del ventennio, fossero ancora lì a fare bella mostra. Gli uomini muoiono ma le idee restano! Molte nazioni si sono ritenute in diritto di bombardare estorcendo una autorizzazione a nazioni come la nostra e mi riferisco ad America Inghilterra e Francia.Mi chiedo, perchè noi Italiani non potremmo politicamente riprendere la strada di un neo colonialismo, visto che questi si alzano la notte e bombardano da ultima la Siria, senza alcuna risoluzione dell’ONU? Farebbe bene agli Africani, non dimentichiamo, paesi emergenti, importare la nostra tecnologia e farebbe bene a noi Italiani per dare sfogo al lavoro di tante maestranze e tanti giovani. Insomma, un espansionismo non sotto la minaccia delle armi ma guidato da chi ha più esperienza nell’industrializzazione e non solo. Taranto avrebbe, con questa soluzione, una centralità con il suo porto mai avuta da nessuno. Salvatores, il regista, affermò, con una visione unica che l’Italia è come un ponte sul Mediterraneo che collega il Nord del mondo con il Sud. In linea retta alla fine meridionale del ponte, si trova Taranto con il suo golfo maestoso. Utopia? Forse! Ma personalmente credo che l’unica risoluzione per l’economia del Sud possa passare anche attraverso questa utopia. Taranto centro del “Grande Mediterraneo ” e Calzedonia ha tracciato un profondo solco per risolvere un problema biblico
Giuseppe Varlaro
Sottufficiale Marina Militare in pensione- fondatore associazione culturale Delfino Blu (1996), promotore per 8 anni consecutivi Premio Città di Taranto, premio rivolto ad artisti, pittori scultori, artigiani, fotografi, provenienti da diversi paesi esteri, premi di poesie. Mostre d’arte varia. Cofondatore blog Blufree. Appassionato da ragazzo di fotografia. Aderisce da anni ad una associazione di Templari (solidarietà e beneficenza)