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IL SENSO DEL PUDORE C’E’ ANCORA !(DA MARGINALMENTE)

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Forza, coraggio…non tutto è perduto…Nel puttanaio imperante delle televisioni, nello sfacelo dei costumi, nel totale rilassamento sociale, nella moda che fa apparire tutti gli uomini un po’ gay e tutte le donne un po’ mignotte, nelle corna diventate il passatempo più diffuso, eccetera eccetera, ecco a voi il grande ritorno del “Comune Senso del Pudore”. Scusate le maiuscole, Ma sono state usate per dare la giusta enfasi. La rivoluzione culturale ci viene dalla civilissima città di Parma. Nella biblioteca civica della città emiliana era entrata, per una consultazione, una giovane madre con il proprio neonato in braccio. Quando il bambino ha avuto fame, ha protestato col pianto ma la mamma è corsa immediatamente ai ripari. Ha tirato fuori un seno (coprendolo con un foulard) e ha compiuto il gesto più dolce e più profondamente umano che esista: lo ha allattato.

Ma ecco che è intervenuta, solerte, una vigilante della biblioteca (una donna!) che ha intimato alla mamma di interrompere immediatamente l’allattamento o uscire fuori.

La vigilante ha spiegato che quell’azione, l’allattamento in pubblico, andava contro il comune senso del pudore. Vi chiederete perché mai una donna vieti a un’altra donna di allattare il proprio bambino; vi chiederete perché mai, secondo una donna, allattare il proprio figlio in una biblioteca, al bar o ai giardinetti sia un gesto contrario al “comune senso del pudore”; vi chiederete come mai nessuno citi il comune senso del pudore a proposito di Grande Fratello o Isola dei Falliti.

Chiedetevi, invece, cosa ha fatto la mamma. Le cronache raccontano che la mamma ha mandato la vigilante a raccogliere cetrioli nell’orto, si è rifiutata di uscire, e ha continuato l’allattamento lì dov’era. Sipario. Applausi.

ALLORA? ABOLIAMO LA MAMMA!

Restando in tema, non si può non citare la “bella” pensata delle cattive maestre di un asilo di Roma che hanno deciso di non far preparare ai bambini i lavoretti per la festa della mamma. Motivo? L’abolizione della festa della mamma e della festa del papà per non turbare tutti i gay, lesbiche e trans che non possono essere babbi o mamme o anche che, quando “comprano” un bambino in America (come il nostro famoso “mammo” Nichi Vendola) non sanno come farsi chiamare. Le grandi idee della sinistra sono sempre di quel genere: niente festa della mamma o del papà per non turbare i gay, niente festeggiamenti per il Natale per non turbare i musulmani, abbattere i monumenti eretti in epoca fascista per non turbare Fiano e Boldrini che passando davanti al Foro Italico potrebbero avere un mancamento. Vabbe’, ma tutta ‘sta gente quando  si metterà nelle mani di un buon medico per farsi curarsi tutte queste turbe?

POLITICI, VOGLIA DI LAVORARE…

Non è per stare sempre a criticare, però ieri era il secondo trigesimo del voto e noi cittadini ancora non abbiamo visto niente. Il quotidiano Libero ha fatto i conti: due mesi di ozio parlamentare sono stati per così dire interrotti da 3,5 giorni di lavoro alla Camera  e  da 14 ore e 27 minuti al Senato, più 4 ore lavorate dalla Commissione speciale presieduta da Vito Crimi del M5s. Da notare che la Camera si è riunita sette volte in due mesi e ogni seduta è costata 23 milioni di euro.

Detto questo, non so se avete notato che il presidente della Repubblica ogni volta, quando arriva il giovedì, rimanda incontri e ogni altro impegno, alla settimana successiva. Eh che? Deve riposarsi e ha paura di guastarsi la fine settimana?

MAESTRINI  BACCHETTATI?

Conoscete tutti la storia  della presunta colf  in nero del presidente della Camera Roberto Fico dell’immacolatissimo e virgineo Movimento a Cinque Stelle. Fico è stato beccato da Antonino Monteleone delle Iene. A difenderlo, ovviamente, è intervenuto il Fatto Quotidiano – praticamente organo di quel movimento – diretto dall’immacolatissimo e virgineo Marco Travaglio, il Grande Inquisitore. Solo che, stavolta, il Grande Inquisitore si è dato malato e il pezzo era firmato da Selvaggia Lucarelli che con un triplo salto mortale ha concluso la sua difesa d’ufficio nel peggiore dei modi: chiedendosi se la Iena Monteleone avesse la colf in regola o no. Roba da asilo!

Antonio Biella